Cena @ La Bossa di Mario - Camogli (GE)


E poi ci sono posticini in cui apri la porta e lasci dietro di te lo sferzante Maestrale di questa primavera non in anticipo, in questa perla di luogo che si chiama Camogli, che se uno si svegliasse una mattina e dicesse che è una delle sette meraviglie del mondo moderno mica lo si potrebbe prendere tanto per scemo.






Davanti a noi lo stretto corridoio di questa enoteca con cucina, piccina ma accogliente come un porticciolo al ritorno da una battuta di pesca nella tempesta: La Bossa di Mario.




Non è facile trovare posticini poco turistici da queste parti. Si fa a gara ad accaparrarsi il dollaro e la sterlina, il rublo e lo yuan; i menu si allungano di traduzioni e il nostro interesse si accorcia proporzionalmente.


Qui no, qui si è un po'defilati dalla ridda del lungomare, più intimi, più nascosti. Gabriele ha la freschezza della gioventù ed il sorriso di chi è semplicemente appassionato del suo lavoro. In cucina lo supporta una sapiente mano femminile, Caterina. Corretta ed apologetica la nota nel menu a pazientare per l'attesa: la cucina è tassativamente espressa.



Un menu breve ma intenso. Piatti della tradizione (Trofie al pesto, tonno alla Camoglina) si alternano a proposte più innovative, senza mai allontanarsi dal porto sicuro della materia prima che qui non ha bisogno di commenti, ma solo di essere utilizzata con maestria. E poi due/tre fuori menu, sempre nel solco (sull'onda?) della cucina di pesce.

Nondimeno interessante la lista dei vini che predilige i piccoli produttori, anche bio. Noi abbiamo scelto un Castello di Cacchiano al calice.

Inganniamo l'attesa con una soffice focaccia che davvero non può mancare da queste parti.


Poi arriva la frittura della casa e mai inizio poteva essere migliore. La croccante panatura, assai poco unta, nasconde un'alternanza di verdure e alici, un trionfo di Liguria, di profumo e di gusto, di mare e di terra. Da urlo il tortello ripieno di stracchino, una focaccia di recco rivista a mò di gnocco fritto.

Non usiamo i piattini che ci portano, non ce la facciamo, non resistiamo a mangiarla con le mani.


Decidiamo di ordinare un piatto fuori carta, Gnocchetti con sugo al pomodoro fresco e gamberi, ed un piatto della tradizione, Tagliolini 'u Tuccu'.

A me gli gnocchi sono piaciuti davvero tanto. Di per sé, trovare degli gnocchi fatti a mano con la consistenza corretta è decisamente arduo, specie al ristorante. In più, il sugo di pomodoro fresco ha un sapore pieno, avvolto da un'ottimo olio evo. I gamberoni, due, fanno la loro parte e sono correttamente lasciati interi.



Per quanto riguarda i tagliolini verdi, anch'essi visibilmente caserecci nel senso positivo del termine, vengono serviti con il 'tuccu' di carne intero, come recita la tradizione. Forse un po'asciutti ma nel complesso assolutamente apprezzabili.


Il discreto tortino al pistacchio che conclude in dolcezza questa cenetta romantica ci lascia un ricordo assai piacevole e la sensazione di aver trovato un posticino da consigliare agli amici. Un posticino proprio sulle nostre corde: che non se la tira ma dove si mangia bene spendendo il giusto.


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